145. Francesca Coletti

OPERE

 

BIOGRAFIA

La pittrice Francesca Coletti ha ingaggiato una ricerca arcana inseguendo apparizioni e tracce di presenza d’immagine, in trame segniche, quasi ectoplasmi grafici, emergenti entro un contesto matericamente sensibilizzato. La sua ricerca sembra evocare spazi d’interiorità memoriale ed è tuttora questa la direzione più esplicita del suo viaggio immaginativo. Eppure i segni che solcano e compongono le sue tele non si limitano a parlare di loro stessi, ma alludono continuamente alla contraddizione principale della moderna arte occidentale: racchiudere necessariamente in una forma il mondo informe che la circonda. E così che i segni che si dispongono sulla tela assumono la doppia natura di una aggiunta di spessore e di significato, i suoi dipinti, infatti, interamente ricoperti dallo spessore concreto della materia cromatica, sollecitano di continuo il linguaggio della pittura, ricercandone i fondamenti logici a partire dalla sua consistenza materiale: vale a dire il colore e l’azione corporale del dipingere. La pittura di Francesca Coletti, in fondo, è fatta di questo: di memoria e natura, di paura e speranza. Di paesaggi che sono paesaggi dell’animo. Anzi, specchio dell’anima. Intimi anche quando sconfinati, anche quando la tela sembra risucchiare nel firmamento o far sprofondare fra i flutti. L’abisso che vediamo è il nostro abisso. Mistero, prepotenza e caos del nostro inconscio, del nostro inestricabile intreccio di viscere e cervello. Di insondabili incroci di geni sconosciuti, che a nostra insaputa ci rendono quel che siamo e che, per quanto ci affanniamo, non comprenderemo mai del tutto. E’ una paesaggista mentale, Coletti, grande visionaria che vede al di là, oltre il dato oggettivo. E anche oltre la geologia e la biologia. Oltre le certezze della scienza, oltre ogni facile psicologismo. Si propone con particolare forza cromatica, senza peraltro attenuare l’elaborata tecnica pittorica proprie dell’artista. L’accettazione dei confini spaziali, e quindi temporali, del piano è infatti per Francesca Coletti strumento che potenzia gli esiti della sua ricerca, rendendola più assoluta. Per restare nell’ambito del linguaggio, le opere della Coletti vivono di una luminosità tutta particolare, che non proviene dall’esterno, non deriva a una fonte che illumina al di fuori quanto è compreso nel perimetro della tela ma è all’interno all’immagine, come da essa prodotta. L’artista Francesca Coletti ha scelto una strada che l apparenta ad artisti di epoche e tendenze diverse: la strada di fissare le tracce di un evento lasciando all’osservatore il compito di ricostruirlo…. Cosi facendo, dedicandosi alle impronte lasciate da ciò che è stato su una materia sensibile che è innanzitutto la tela ma che è in seconda istanza la memoria dell’artista e la capacità fantastica dell’osservatore. Coletti esplora il rapporto tra l’essere ed il nulla, tra l’esserci stato di un corpo o di un evento ed il non esserci più, se non attraverso le tracce, gli indizi, le orme negative che potrebbero consentirci di rievocare o forse addirittura ripossedere ciò che è assente.

 

CONTATTI

fcoletti3@gmail.com

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