Sandro Spallino

INFINITO ( S. Spallino)

Ho scolpito sulle nuvole
il tuo naso di steli e i tuoi ricordi
fuggiaschi, ombre che si
allungano su freddi binari,
funamboli d’amori attorcigliati
sul filo degli anni inusitati,
torna qui col vento briccone
che ti scompone le maniche,
capelli di buganville e spine
dimmi perchè non ami,
quale cerchio merlettato
ti chiude a un cimitero cosi
vasto,quale malocchio fermaglio 
nascondi nelle gallerie della mano.

Voltati, degna le ferree ginestre
di un tuo sorriso amaro, 
pregno di prugna secca e spago,
e butta al cielo ladro epistole
amaranto e cortili silenti 
da un orlo cuore,appassito
giardino di fantasmi pavoni.

Avanti e indietro ti muovi,
girando con la tua candida veste,
cieca soffiando piogge rabbiose
e vetri di foglie a uno zoppo gennaio,
portandomi via le lune che
trascini al corallo piede, e le settimane
sulle gambe setate,piano dimmi 
perchè non hai amato
o se tanto da inghiottire cupe
bufere poi vendicando.

Muta,con l’amore dalle dita
rovesciato cerchi la grande lingua
dimenticata, guardando nel fondo
delle maree e nei buchi delle fumide albe,
e cerchi la strada perduta
per il cielo, tu cespuglie di labbra rosate
attaccati a una fune che spuntano
improvvisi nell’aria, m’inchino a te
con l’anello di fede al dito, tuo sposo,
e smarrita infinita coltre ti bacio.

Sandro Spallino

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