quanto cammino ho con esse compiuto
allor che affacciato al mondo
… spezzai le sbarre escludentimi
sguardi amorosi sulla Natura,
sulla Bellezza che cangiante ed effimera
silenzio ordina per svelarsi,
irresistibilmente attratto
come ape sul fiore…
E si smarriva
nella penombra del pensiero l’occhio
in me e nel Tutto raccolto:
riflessi dell’anima, risonanze, ricordi…
Nel tempo mi libravo per ore:
sullo sterminato di quanto ormai sepolto,
sull’attimo di un presente vago…
innanzi a filosofie perenni,
errori e trionfi, orrori e paradisi:
stupori, trepidazioni, rabbia, incanti, ironie.
E poi oltre, oltre il tempo nell’aldilà
nella dimensione del poi,
in un tuffo periglioso nel mar
dei sogni, dei progetti e delle utopie…
In un dove Infinito…
suggestioni, esaltazioni, estasi…
Ah quante emozioni!
Col bottino, come quell’ape,
mi ritrovai a volare:
l’impeto travolge verso un che
spesso indicibile, solo immaginabile,
trasponibile solo in segni, simboli, allegorie…
La mano va e ciò che guida l’azione
non è più solo il pensiero..
amore,
ricordi e riflessioni,
sensazioni ed emozioni:
il bottino dell’ape,
raccolto per ricreare
attraverso la tavolozza dell’iride.
M. Eugenia (Fiorella) Palumbo