213. Nicola Villano

OPERE

 

BIOGRAFIA

 

Nicola Villano è nato nel marzo del 1948 in un paesino del casertano, Orta di Atella, dalle antichissime tradizioni, noto oltre che per la “FABULA ATELLANA”, per aver dato i natali a svariati artisti di chiara fama: basti ricordare in questa sede MASSIMO STANZIONE, famoso pittore del seicento.

Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte di Napoli, ha completato gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti della medesima città.

E’ stato docente della cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Aversa.

Le sue prime vere sperimentazioni artistiche si possono collocare sul finire degli anni ’60: esse sono del tutto improntate ad un gusto figurativo che, però, pian piano finisce con il distaccarsi dalle esperienze tipiche dell’ambito scolastico, assumendo una fisionomia autonoma ed originale.

Con questi presupposti, nel corso degli anni ’70 si dà molto da fare, partecipando a qualificate rassegne, mostre e collettive, riscuotendo lusinghieri riconoscimenti e successi di pubblico e di critica: fra le tante, ricordiamo la mostra personale presentata e curata da FLAVIO QUARANTOTTO, tenuta presso la galleria “Il Braciere” di Caserta.

Gli anni ’80 rappresentano per il nostro l’avvio progressivo verso la piena maturità artistica:dalla lettura delle sue tele, infatti, emerge chiara ed evidente la effettiva padronanza del mezzo tecnico, anche quando si cimenta in tematiche ostiche ed impegnative, sempre più elegantemente sospese tra il reale ed il surreale.

E’ questo il periodo nel corso del quale l’artista dà ampio sfogo a tutta la sua vena creativa, cimentandosi nella esecuzione di opere di grandi dimensioni, partecipando all’annuale manifestazione popolare dei “FUJENTI”: da tale partecipazione verranno fuori le cosiddette “GLOMEROSCENE”, grandi opere di forte tensione emotiva, stilisticamente originali e cromaticamente ricche e vive.

Tutto questo attivismo viene ampiamente riconosciuto e stigmatizzato nelle pagine -curate da ENZO D’AGOSTINO – presenti sul “DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI MERIDIONALI”.

In questi anni, oltre che a lavorare su tela, il Villano si dedica molto anche alla grafica, alla ceramica, alla scultura ed al design, producendo numerose opere per Enti pubblici e privati.

Fra l’altro, è autore della sovracopertina del libro di G. Villano “MERLEAU-PONTY E LA PSICOLOGIA DELLA FORMA”, edito da “Athena mediterranea”; della copertina del volume “RASSEGNA STAMPA DOSSIER” curata da M. De Crescenzo e G. Villano; del manifesto di educazione stradale per conto del comune di Orta di Atella.

Di tutta questa attività artistica, delle sue iniziative e mostre si interessano svariati organi di stampa e televisivi: esemplificativamente, possiamo ricordare “Il Mattino”, il “Roma”, “Il Giornale di Napoli”, “Tempo nuovo”, “La Settimana”, “La Gazzetta Aversana”, il mensile dell’Associazione nazionale combattenti e reduci”, Bloq Magazine, V.O.G.U.T. 5 (Periodico di Arte e Cultura), Porticato Gaetano – Artistic & Publishing Company, Caserta e Dintorni, Canale 21 e Telecaserta.

Nicola Villano è tra i fondatori ed animatori del gruppo artistico “Le ali della mente”, sorto in Terra di Lavoro nel 1990, gruppo che ha messo solide radici, impegnato com’è anche nel sociale, in un’area geografica che potrebbe scoraggiare chiunque.

Con il trascorrere degli anni, si sono interessati di lui numerosi critici ed operatori culturali, tra i quali possiamo ricordare L. Serra, Novembrine-Golia, G. Villano, E. Di Grazia, E. D’Agostino, A. Russo, A. De Marco, S. Giordano, F. Quarantotto, P. Villano, C. Amoroso, C. Daniele, C. Brancaccio, M. D’Ambrosio, A. Roehrssen, M. Coppola, S. Di Silvio, F. Marino, P. Rossano, G. Lavino, V. Corbi, R. Pinto.

Oggi, al Villano viene unanimemente riconosciuto di essere oramai giunto alla piena maturità artistica.

Per avere conferma di ciò, è sufficiente in questa sede citare solo alcune delle ultime rassegne alle quali ha partecipato -ad Aversa, promossa dall’Assessorato alla Cultura, a Marcianise, al “Palazzo della Cultura” ed a Sant’Arpino al “Palazzo ducale”, la Facoltà di Ingegneria di Aversa – per rendersi conto che dalle sue tele fuoriescono immagini prorompenti che riescono a fondere la realtà e l’immaginario “con un discorso pregnante ed unitario, vivo ed attuale, in perfetta assonanza con il mondo d’oggi”.

Le Opere di Nicola Villano sono presenti in numerose collezioni private ed in svariati Enti pubblici tra i quali la Provincia di Caserta, il Villaggio dei ragazzi di Maddaloni la Camera di Commercio di Caserta, la Facoltà di Ingegneria di Aversa, la scuola primaria “Suore degli Angeli” di Casaluce, il Liceo Artistico di Aversa,  ed i Comuni di Casavatore, Acerra, Frattaminore, Orta di Atella, Crispano, Fragneto Monforte, Sant’Arpino.

E’ stato autore del premio “Incontri Nazionali del Cinema – Premio Fabulae Atellanae” tenutosi presso la sala consiliare del Comune di Orta di Atella nel novembre 2011 e dicembre 2012.

PROFILI CRITICI

Quel che immediatamente colpisce nella pittura di Nicola Villano è una strana sensazione di inquietudine.

Al piacere che si prova, infatti, per la sensuale bellezza delle linfe e degli umori cromatici che l’artista fa scorrere nelle sue immagini s’unisce subito l’idea angosciosa della sospensione del principio di realtà che s’avverte in questo mondo dove tutto è fluido, dove nulla sembra possedere una sicura e stabile identità, ma è sempre sul punto di tramutarsi in altro.

Anche la rappresentazione dello spazio in questi dipinti non si richiama all’ordinata geometria della piramide ottica, né appare imbrigliata in nessun altro genere di rete prospettica.

Anzi, quando ci imbattiamo in qualcosa che può ancora ricordare una quinta o qualche altra attrezzatura prospettica, ci accorgiamo che è stata sottoposta a così violente spinte e torsioni da risultare irreparabilmente deformata.

In questo spazio passano figure sospese e quasi galleggianti in un medium liquido, che non è però quello del mare, anche se insieme con altri esseri versipelle, con alghe filamentose e membrane che si dilatano in mostruosi anellidi e in volti umani, vi navigano curiosi pesci i cui occhi incrociano quasi sempre il nostro sguardo.

Talvolta vi affiorano lembi di pelle o di altro tessuto vivente che per il movimento delle pieghe assumono il carattere di ambigue apparizioni metamorfiche, tanto più inquietanti quanto più il colore perde consistenza e si assottiglia in impalpabili trasparenze, si sbianca alla luce o diventa cangiante, come in certi dipinti manieristici, passando dai gialli ai viola, dai verdi agli arancioni.

La fondamentale condizione di ambiguità di tutto ciò che compare sullo schermo pittorico dà l’impressione che l’artista non voglia tanto rappresentare un momento o un aspetto particolare della realtà isolandolo dal flusso dell’esperienza in cui è immerso, quanto esprimere proprio il fluire dei processi, fisici e psichici, in una condizione universale di vita profondamente instabile.

Non si può negare che la pittura di Villano abbia più di un rapporto con la poetica surrealista.

Ma non è, la sua, una tangenza con gli aspetti del surrealismo che insistendo sull’automatismo come mezzo di liberazione privilegiano quelle tecniche, quali il frottage e più in generale la gestualità segnica, che tentano di sottrarre l’arte al controllo della coscienza.

Il versante del surrealismo al quale invece s’accosta Villano è quello che recuperando il sogno come dimensione che custodisce non solo i desideri rimossi degli individui, ma anche un’antica promesse de bonheur e il ricordo di una mitica età felice dell’umanità, stabilisce una stretto rapporto tra le immagini oniriche e quelle dell’arte.

C’è, dunque, nei dipinti di Villano un’evocazione di fantasmi onirici nei quali, però, non è spenta la bellezza sensibile della pelle colorata e della forma organica colta nel momento di una intima trasmutazione, ma s’unisce con la sensazione del dissolvimento, dell’affiorare dal fondo e nello stesso tempo del perdersi in esso, trascolorando in uno spazio dove si aprono lontani bagliori di luci abissi di ombre insondabili.

Ad un sentimento simile, che è di fascino per una bellezza intensa ma effimera, sembra riportare anche l’apparizione notturna delle farfalle, suggestiva e attraente per la seduzione delle ali colorate, ma allarmante come l’annuncio di morte contenuto nell’immagine ammonitrice di una vanitas seicentesca.

La tensione tra gli opposti valori della vita e della morte che attraversa la pittura di Villano anima una figurazione che non irrigidisce i suoi denotata, ma li apre ad una molteplicità di sensi, suscita intorno ad essi un alone di mistero che non rimanda a una realtà trascendente, separata da quella fenomenica, ma ci fa sentire, in questo stesso mondo che sembra interamente appartenerci, quanto rimane fuori dal cerchio luminoso della nostra coscienza e la assedia con domande che vanno oltre la nostra breve vicenda individuale.

 

CONTATTI

nicolavillano48@gmail.com

www.nicolavillanoarte.it

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