Patrizia Bove

Patrizia Bove

COPERTINA N. 14
“Non è colpa tua”
Olio su tela gallery cm. 80×100

GRUPPO “ARTE-AMICIZIA-RISPETTO”
(Copertina e recensione del 19 Marzo 2020)
Nel corso della produzione pittorica di un Artista a volte succede che nasca un’opera che possa essere considerata una vera e propria pietra miliare del suo percorso e questo, a mio modesto avviso, è il caso di un dipinto molto particolare della nostra Patrizia Bove.<br>E’ per questo che, per evitare che potesse passare inosservato, lo abbiamo voluto premiare con la visibilità che può offrirgli la nostra copertina.
Personalmente, dopo avere ammirato la composizione nel suo insieme, sia dal punto di vista tecnico che cromatico, mi sono lasciato trasportare dalle riflessioni spontanee che questo dipinto non può fare a meno di provocare in chiunque lo osservi.
Vedo un uomo che cerca di spingere e trattenere sott’acqua una donna nuda. Lo fa con violenza e con la certezza che l’acqua farà in modo che nessuno possa udire le urla della vittima e le sue richieste di aiuto.
Quest’immagine mi ha subito riportato alla mente un sondaggio shock, reso pubblico dall’Istat, durante la Giornata contro la Violenza sulle Donne, secondo il quale un Italiano su quattro pensa che siano le donne, con il loro modo di vestire succinto e disinibito, a provocare negli uomini il desiderio di usare loro violenza carnale. Inoltre un uomo su due ritiene che una donna sarebbe assolutamente in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non volesse averlo.
A mio avviso, c’è indubbiamente qualcosa di strano. Nessuno si sognerebbe infatti di incolpare un gioielliere, a cui sia stata rubata la mercanzia, per averla esposta in modo troppo allettante, eppure 15 milioni di italiani si dichiarano propensi ad accusare senza alcun dubbio una donna di essere essa stessa la causa di una violenza subita, per il semplice fatto di avere mostrato qualche centimetro in più del proprio corpo.
È una triste realtà, talmente grondante di pregiudizi e stereotipi, che sembra impossibile da credere.
E’ davvero assurdo, eppure la tecnica neutralizzante della colpevolizzazione della vittima fa sì che la violenza sessuale sia forse l’unico caso in cui la vittima deve dimostrare, non solo di aver subito un danno, ma anche di essere innocente.
Oggi, per dimostrare la credibilità delle vittime, non si fa più la tortura dello schiacciamento delle mani, come successe nel 1612 ad Artemisia Gentileschi, però la tortura psicologica, che unisce colpevolizzazione e discredito, resta pur sempre un’amara realtà.
Quante riflessioni fa affollare nella mia mente questo dipinto ed è questo il vero potere dell’Arte, quello di stimolare i pensieri, provocare emozioni, suggerire messaggi, raggiungere i cuori e toccare le corde più sensibili dell’animo umano.
Pensateci, anche solo per un istante … in fondo, non sono altro che semplici colori a olio spennellati su una tela …. ma è proprio questa la vera, unica ed ineguagliabile magia dell’Arte.
( Tony Alonzo)

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