Sylvia Carolla

Area archeologica di Amiternum in Abruzzo

Ad Amiternum, nell’Ara di Saturno, sorge l’impianto architettonico del teatro romano; risalente al I secolo d.C.. Originariamente il teatro misurava ottanta metri ed era strutturato su due livelli con un corridoio intermedio che separava i due settori. La parte inferiore fu articolata in diciotto file in cui si accedeva da tre scale radiali. Frontale alla cavea, e separata da essa, un canale in cui scorreva il sipario. Rimangono a tutt’oggi le vestigia in laterzio, le cui murature perimetrali ancora resistono. Il teatro fu ricavato al fianco di una collina, per problemi acustici. Del teatro sono ancora visibili alcuni elementi di scena e le quarantotto arcate che arrivavano ad ospitare seimila persone. Gli scavi archeologici, risalenti al 1878, hanno rivelato anche la presenza di un edificio tardo-romano a funzione pubblica, ricco di mosaici ed affreschi, che si snodava intorno ad una corte centrale, dotata di portico. Nel Museo Nazionale d’Abruzzo e del Museo Archeologico di Santa Maria dei Raccomandati sono conservati fregi e colonne rinvenute dagli scavi ancora in attesa di essere inglobati nelle collezioni. Da Amiternum provengono numerosi resti scultorei ed architettonici di vario genere e diverse iscrizioni, conservati al Museo Archeologico dell’Aquila. Amiternum fu prefettura romana fino all’età augustea e poi divenne municipio. Il teatro venne abbandonato dopo il IV secolo e utilizzato come necropoli. I resti furono restaurati tra gli anni Sessanta e Settanta.

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