Giorno di festa
Mi conto le ore e guardo quel volo
che ali corvine disegnano in cielo,
mi sento il respiro che forte risale,
che pare un sussurro di ombre furtive.
Acidulo è il gusto di questa giornata,
che sembra assonnata che parla di un vuoto.
È quello che lascia il tempo che manca
di te, del tuo sguardo, di un bacio più lieve,
perché come un ladro svaligia una casa
è il caos che ci prova e rovista i miei sensi.
C’è un tempo che è stato, ma mai troppo vecchio
ricolmo di passi, poi slanci e frenate,
in cui io dicevo col cuore in attesa
che c’era il silenzio nel giorno di festa.
C’è un tempo presente che chiede fiducia
che ci vede attori, ma anche in platea,
di cui solo noi scegliamo la trama
e passo su passo scriviamo il futuro.
Domenica è andata e guardo più a oriente
e sento più forte l’urgenza del cuore,
e quello che a volte tu chiami un eroe
mi sembra uno gnomo che cerca un sentiero.
Eppure ogni sera c’è sempre un tramonto
con un sole rosso che parla di te,
che vuole scaldare e non c’è ritorno,
c’è solo la voglia del tuo viso stanco,
di mani che sfiorano, di braccia accoglienti,
di un nido sicuro laddove il mio cuore
un giorno si posi su un un molle cuscino
e sappia curare il tuo sonno supino.
30 ottobre 2016.