La strada nel bosco
Silenzio, poi un gesto, un grido strozzato
che viene da dentro, non c’è che dolore,
un foglio, una penna, caffè sul divano,
le lacrime bagnano il mio viso stanco.
Non c’è una ragione, non un campanello,
per immaginarmi il freddo deserto,
che mi ha circondato, assetato, percosso,
che gioca con me con miraggi e visioni.
Il cuore mi chiede se è solo una prova,
l’ennesima sì, ma anche quella più dura,
che prova a sfinirmi, che brucia le mani,
da cui posso uscire distrutto o più fiero.
Ma nessun demonio può carpirmi dentro,
la forza e il coraggio che mi hai scoperchiato,
le dita più lievi con cui ti ho percorso,
le braccia più forti che ti hanno domato.
C’è un letto più grande in cui mi hai cullato,
che sul mio respiro hai potuto gustare,
che non ho voluto lasciare disfatto,
lenzuola sgualcite, profumo al caffè.
Le stanze con spettri di nero rancore,
trasudano un nuovo colore di vita,
la mensa imbandita, accesi i sapori,
mi vedo le mani che lavano piatti.
E poi ci sei tu, il principio, il mistero,
origine e senso di tutto il mio andare,
risveglio e sostanza, dolcezza e follia,
raccolta sonnecchi sul vecchio divano.
Non so a cosa serva distanza, dolore,
ma so che negli occhi conservi l’amore,
so che qualche volta ritorni bambina
e quasi annaspando ti perdi nel bosco
ed anche un sussurro ti trema la pelle,
è come se non conoscessi più amore,
la forza, l’impegno, la gioia del cuore,
vertigine e dubbi ti bloccano dentro
Lo so com’è fatto e batte il tuo cuore,
che tra le mie braccia ritorni serena
e so che ora oscilli davanti al dolore
e che non c’è mai fine al mio amore,
ti placa, ed esalta il tuo essere donna
e come un sigillo lo porti con te.
19 settembre 2017