Massimiliano Andreoni‎

Vorrei che ti vedessi, come io vedo te,
e in mezzo a questa assenza che bagna le mie labbra,
che prova le mie gambe, che secca la mia gola,
riafferro il mio coraggio e sfido il mio terrore.

E non c’è niente al mondo, né cieli, mari, figli,
né vite precedenti, né ombre, puzzle o tuoni,
che possano avvilirmi, fiaccarmi o scoraggiarmi,
perché la vita ha un senso nell’attimo di te.

Mille e più giorni imbevuti di rosso, rosso amaranto,
di gioia e di sesso, note e parole, fatica e dolore,
mentre il tuo animo cerca un approdo, si fa più inquieto,
si calma, si frena, trova due braccia più forti e accoglienti.

Chilometri in auto a bruciare l’asfalto,
io che sicuro guido sereno
e con la mano ti sfioro la pelle
mentre sussurri parole più accese,
e le tue lacrime senza dolore
sciolgono i nodi dopo l’amore,
bagnano gli occhi, li fanno brillare,
saldano a fuoco il nostro legame.

Ti muovi con lentezza, tra un Rembrandt ed un Dalì,
ti stringo forte ai fianchi e non mi sembra vero,
e poi rifarti il letto e tu che fai il caffè,
lavare presto i piatti prima che torni a casa.

C’è sempre il tuo profumo sulle camicie nuove,
un dono del tuo gusto, stirate con amore,
ci sono sempre rose che inebriano la casa,
colorano le stanze, ricordano chi sei.

C’è sempre un fazzoletto disperso nel mio letto,
c’è sempre da finire la storia dell’anello,
sdraiati su quel letto, caffè nelle tazzine,
entriamo in un mondo che esiste solo lì.

Giorni passati sognando il tuo odore,
immaginando quello che fai,
poi finalmente baciarti le labbra,
stringerti al petto, gustarne il sapore,
mentre mi parli del prossimo viaggio
o della nostra futura casa,
e io ti ascolto e mi perdo in te,
anche se fosse un sogno lontano.

Ti sei scoperta più donna e gelosa,
appiccicata alla tua preda,
lupa e poi gatta, vispa e sorniona,
femmina dentro senza paura.
Con te ho saputo che posso aspettare
senza cadere in mano alle ombre,
e che la cosa che so fare meglio
è quella di amarti senza barriere.

Tu col tuo passo che più non scordo
arrivi piano per non far rumore,
io che non dormo ma non te lo dico,
voglio vedere lo sguardo sorpreso.
Entri nel letto e non ti spogli,
anche se è estate e l’aria è più greve,
poi parte il film e mentre lui scorre
distendi il corpo e inizia l’amore.

Sei tra i fornelli, ma sembri non credermi,
quando ti dico delle tue doti,
o ti schernisci se ti racconto
che sei più bella di una regina,
eppure quando mi scrivi ti amo,
o lo sussurri piano all’orecchio,
quando la musica dalle tue mani
riempie le stanze e mi vibra dentro,
quando un messaggio suona il telefono,
e ha una nota tutta speciale,
sei la mia fata, compagna, alleata,
sei la mia fine, il principio, la strada.

C’è sempre stato uno spazio, un momento,
che è senza tempo, né luogo, né suoni,
senza confini, né definizioni,
dove i pensieri diventano lievi,
dove ogni volta ci siamo incontrati
e i nostri cuori pulsati all’unisono,
dove ho guardato in fondo ai tuoi occhi
ed ho smarrito attese e dolori,
dove hai cacciato le ombre e i fantasmi
ed hai potuto aprire il tuo cuore,
dove nessuno ci può contrastare,
dove i papaveri sono sempre in fiore.
25 settembre 2017

Massimiliano Andreoni

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