Manola Donatella D’Autilia

Manola Donatella D’Autilia

“Nonna Pina”
Soft pastel, carbothelli, derwent su pastelmat cm. 20×30

GRUPPO “ARTE-AMICIZIA-RISPETTO

“INTERVISTA DELL’1/1/2021 A MANOLA DONATELLA D’AUTILIA

Tony:Manola, parlaci un po’ di questa tua meravigliosa “Nonna Pina”, di come è nata, di cosa rappresenta per te e dell’emozione che hai provato quando, tra tante altre splendide opere, si è classificata al primo posto nel nostro ultimo “Contest delle Opere Inedite”.

Manola:Nonna Pina non è mia nonna, non so chi sia, ma quell’espressione dolce, affettuosa, di chi può raccontare ed ascoltare tanto, mi aveva conquistata. E mentre realizzavo quelle rughe pensavo alle rughe di mia madre, che ne aveva tante, più delle persone della sua età…quelle per le quali i miei figli, da piccoli, dicevano “nonna, hai la pelle come una carta geografica”. E poi gli occhi, verdi come quelli di mia madre …. lei era come me, non diceva parole affettuose, non baciava o abbracciava, ma con quegli occhi ti stringeva forte, ti diceva molto di più …E il titolo “Nonna Pina” è uscito fuori per non mettere “Nonna Elsa”, dato che il volto non era il suo. Inoltre mi aveva fatto pensare a quelle nonne che ancora impastano il pane in casa, a quelle che ancora fanno le fettuccine per il pranzo della domenica e, mentre lo realizzavo, era come stare in sua compagnia…Dico sempre che mi dispiace quando finisco un dipinto, perché lascio una storia, un racconto…esattamente come quando si finisce di leggere un libro e ti dispiace lasciare quei personaggi che erano diventati come reali …

Tony:Dopo la splendida descrizione che ci hai fatto di quest’opera, è difficile anche per me poter aggiungere qualcosa, però non posso fare a meno di ribadire il concetto che, dietro ogni dipinto, c’è spesso un intero mondo da scoprire, un mondo, in questo caso, fatto di ricordi, di nostalgia, di sogni, di rimpianti, di tenerezza e di amore.E’ evidente che, in questa meravigliosa nonnina, anche se fisicamente molto diversa dalla tua nonna Elsa, tu hai inconsciamente dipinto la tua mamma, racchiudendo nel suo dolcissimo sguardo tutte quelle parole affettuose, quelle carezze e quegli abbracci che lei, per un carattere fin troppo simile al tuo, un po’ ti ha fatto mancare. Le sue rughe, che hai disegnato con così tanto amore, quasi a non volerti separare un’altra volta da lei, mostrano i segni della sua fatica di vivere e, in ognuna di quelle rughe, c’è forse l’eredità più bella e commovente che la tua mamma ti potesse lasciare.

(Tony Alonzo)

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