Giovanna Esse

Giovanna Chicca Costanzo

Dalle confessioni private di un vecchio amico venne ispirata una
breve poesia.

Bella e addormentata

Ero giovane e montavo con veemenza.
L’ eccitazione, per il bel possesso
mi facea concentrare sull’amplesso
e della fantasia facevo senza.


C’ ho messo alcuni anni per scoprire
tutti i ricoveri, possibili o nascosti,
le ardite posizioni, i modi più scomposti,
per potersi accoppiare e poi venire.


Scemò la forza dell’ impeto iniziale,
gli ostacoli di vita e i pargoletti,
mi resero più stanco ed attempato
mi resi conto di aver capito male …


Mi concentravo a rendere
la copula più ardita,
e lei, supina, non mi contrastava
ma veniva senz’enfasi:
un po’ m’ accontentava!


Potendolo, optava per una gran dormita.
Allora, alla ricerca di novello vigore:
ripassai il Kamasutra, acquistai qualche “oggetto”,
ordinai lingerie.
Ma era tutto inutile, finivamo nel letto,
il talamo noioso che invitava al torpore.

-E allora cosa faccio? – supererò me stesso!
Cerchiamo amico, efebo o ragazza vogliosa,
perché, si sa, il triangolo è cosa appetitosa.


Anche qui m’accontenta e resiste all’amplesso,
ma dopo qualche spinta, estrema ed ulteriore,
come se niente fosse, ritorna al suo torpore.


Lo so, la vita è dura e si stanca la donna,
ma s’io non mi decido alzandole la gonna,
lei, tra lavoro, fornelli e familiar consesso:
nemmeno si ricorda che facevamo sesso.


Allora guardo, e ammiro: che uomo fortunato!
Forse ha ragione lei e io sono un depravato!
Che gioia la Maserati … averla in casa mia …
ma se non spingo … è ferma:
è senza batteria!

© Giovanna 2012 – 2022

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