Tommaso Davide Giordano “vita” durante l’olocausto…

Tommaso Davide Giordano

…vorrei postare, per non dimenticare, ancora un omaggio alla “vita” durante l’olocausto… a quelle donne in attesa di un figlio a cui era stata negata la normalità…

Canto alla vita… (29 gennaio 2013)

 

Era d’amor venuto al grembo, o Dio,

col patto antico e figlio dell’umano,

sapore intenso, vento di lontano

nel giorno vivo e fuor da quell’oblio.

 

L’avevo nell’abbraccio scelto io,

con tenerezza offerto e con passione

sentir quel frutto stretto dall’unione

fiorir nel senso alto, suo e mio.

 

Poi venne la bufera, la tensione

crebbe nel seno a due, a due timore,

comando d’una guerra senz’amore

stava affiorando a noi, maledizione!

 

E crebbe la paura, nel dolore

cadde la sofferenza nel diletto

di spiriti malvagi, in quell’aspetto

ove follia peggior ne fu maggiore.

 

Cantava un inno a frode nel suo petto

un derelitto umano senza prece:

e fummo deportati, e tutto fece,

giammai pensando d’esser maledetto.

 

E intanto mi cresceva: a me, invece,

in cuor tremava che potesse il mostro

scoprir la nuova vita, il patto nostro,

che ogni giorno ne vedeva véce.

 

Ed egli mi parlava, c’era l’ostro

che s’innalzava al cielo con speranza,

intorno l’altre donne, stessa danza,

ma con amor sincero, pur se prostro.

 

E intorno morte, corpi in abbondanza,

vaneggiamento di miserie accese

sotto lo sguardo spento, il qual ne rese

totale indifferenza all’arroganza.

 

Ora pressava il ventre nelle attese

di quelle ore sacre in cui la vita

respira finalmente l’infinita

grazia d’amor, l’umane sue pretese.

 

E fu di lieto, ed aspra la salita,

le doglie addolorate, un nuovo viso,

un pianto s’accompagna ad un sorriso,

ringrazia la preghiera non smarrita.

 

E termina il ribrezzo, all’improvviso

la morte fugge a chiedere pietà;

mai più in tale orrore identità..

ella vi chiese: e nacque il paradiso!

 

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