Francisco Garden

Titolo Oltre
Scultura in terracotta nera, patinata bronzea
H 43 cm Peso kg 3,880

Critica a cura di Alfredo Pasolino

Nella evidente varietà di ricerca, vi sono in Francisco Garden, dei momenti intensamente simbolici, dedicati all’archetipo femminile della donna, ora figurativo ora astratto, nei quali la materia facendosi interprete delle emozioni straripante di tumultuose sensazioni, fino ad apparire apparentemente stravolta, vulcanica matrice di seduzioni, o comunque esagitata, nell’opera, raggiunge una sua strabiliante efficaci compositiva addolcita nel suo interno di dolcezza sentimentale
Pur tenendo presente, che nell’opera stessa, per quanto gli è utile, Francisco raggiunge l’apoteosi della modernità dei grandi maestri moderni del Novecento nella ricerca e sperimentazione, come Monroe e Whildt, fedele evidentemente a una propria sensibilità istintiva e intuitiva percettiva, di modelli del suo subconscio Junghiano, questi moduli filtrati dall’immaginario visionario, a corredo del sogno d’introspezione e di scavo profondo interiore, gli consentono di esprimere via via, nel modo a lui più congeniale, la verità significante del motivo, una verità poetica e musicalmente wagneriana dinamica, che lo stacca dagli altri scultori della contemporaneità, vanno letti in una duplice chiave di lettura :
In primo luogo “Oltre” quella stessa tradizione prammatica nella frammentazione dei singoli elementi come visione stereoscopica nella struttura dell’umano, agente da sottolineatore espressivo ed espressionista, rompendo gli schemi della classicità neoromantica e del dejà-vu martiniano…, coinvolgendo emotivamente di ammirato stupore l’osservatore per un discorso di chiare sensibili spigolature dei panneggi somatici.
Un carattere peculiare del rigoroso riserbo gestuale e autobiografico dell’artefice, capace di essere inteso senza spazio, in un discorso di vuoti/pieni, quanto nella rimozione delle stratificazioni sedimentate dalla comune mentalità nelle strutture canoniche della comune arte plastica,per un’immagine cognitiva dell’eterno femmineo riposante in ciascuno di noi. Una dicotomia dei sensi decantata a poiesi spirituale nella morfologia androgina, colonna d’Ercole che precede l’ingresso del forte impatto d’ermetismo che caratterizza l’indole di Francisco, già come ricerca meditativa, pure sul mistero della vita e della forma. La sua è voluta provocazione di sé, quell’oltre bandito dai pavidi e dai rematori di superficie del conscio. E l’altra, l’invenzione poetica e narrativa dell’archetipo trasfigurato emulsionato del sogno visionario, prima del suo affioramento ispirativo. Garden rigoroso quanto coerente si sé, offre all’osservatore lo spazio vuoto come sotterranea esaltazione del simbolo, come sottotraccia del non-detto, quanto interagente, col descrittivo. A combinarsi quale vuoto-pieno, da cui, apparentemente per il profano, , è proprio il vuoto a interloquire e a combinarsi empaticamente empaticamente con il pieno plastico… In un dialogo emeblematico ma tutto esplicito, Francisco ha saputo mediante un linguaggio palpitante e insieme rigoroso , a far maturare le ragioni interiori che esaltano la vita, la sua passione di artista, fatta di grande amore e di tenacia.

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